Una delle fobie più diffuse, non solo tra i bambini ma anche tra molti adulti, è la paura del dentista.
La temutissima poltrona circondata da quelli che appaiono come strumenti di tortura medievali, scatena stati di ansia spesso incontrollabili. Una seduta odontoiatrica non è certo la più piacevole delle esperienze, fastidiosa, scomoda, qualche volta dolorosa, ma a giocare un ruolo fondamentale è la mente, che amplifica ogni sensazione di disagio, facendo tornare alla mente ricordi infantili spiacevoli e amplificandone l’intensità. Capita così che rimandi il più possibile l’odiata visita di controllo, adottando comportamenti di evitamento, che però spostano soltanto in avanti il problema, rafforzando il timore e spesso facendo peggiorare patologie in corso, fino a stadi irreversibili. La paura del dentista, o più propriamente detta “odontofobia”, costringe di frequente i pazienti più ansiosi a ricorrere all’automedicazione, il più delle volte inefficace o insufficiente, scegliendo addirittura di sopportare il dolore, piuttosto che sottoporsi alla visita odontoiatrica. Questa fobia da origine stili di vita nocivi per la salute dei denti, aumentando notevolmente il rischio di sviluppare malattie importanti come gengiviti e parodontiti.
Come può aiutarmi il dentista a superare questa paura?
Tra gli strumenti più evoluti per aiutare le persone a superare la paura del dentista vi è la sedazione cosciente. In pratica si utilizza una miscela ad alto contenuto di ossigeno e protossido di azoto, con effetto ansiolitico, miorilassante e analgesico, lasciando il paziente sveglio ma eliminando tutti gli effetti collaterali dovuti allo stress di sottoporsi alla visita. Grazie a questa tecnica si allevia o si elimina del tutto il fastidioso riflesso emetico, si attenua ogni sensazione dolorosa o di fastidio per il contatto degli strumenti odontoiatrici con i tessuti del cavo orale, oltre a rendere più collaborativi i soggetti più difficili, come i bambini o gli utenti particolarmente ansiosi e fobici. La sedazione cosciente trova largo impiego nelle più comuni procedure odontoiatriche, fino agli interventi chirurgici maggiormente invasivi. Di norma questo metodo è rivolto a qualunque categoria di utenti, sia pediatrico che geriatrico, con particolare riferimento a pazienti cardiopatici, epilettici e ipertesi, portatori di handicap, pazienti allergici. Vi sono tuttavia delle controindicazioni nei seguenti casi:
• Soggetti con rimpano ricostruito chirurgicamente
• Pazienti oftalmici
• Donne in stato di gravidanza - in caso di necessità a sottoporsi a cure dentali, si rammenta che la sedazione cosciente rimane in ogni caso il metodo più innocuo in quanto eliminato immediatamente dall’organismo e non metabolizzato.
• Gravi affezioni respiratorie e pneumologiche (broncopolmonite, enfisema, sclerosi multipla, ernia del diaframma).
• Soggetti in trattamento con psicofarmaci, tranquillanti e sedativi.
• Tossicodipendenti
In tutti i casi in cui i candidati siano disposti a lavorare su se stessi sviluppando le proprie risorse interiori, esistono numerose strategie alternative per superare la paura del dentista. Per cominciare ai pazienti può essere richiesto di compilare un questionario conoscitivo, allo scopo di individuare una o più cause che hanno potuto ingenerare questo tipo di fobia. Descrivendo l’esperienza della seduta odontoiatrica spesso emerge che più che il solo timore del dolore, agiscono anche sensazioni di imbarazzo, paura di svenire, percezione di impotenza, disagio, e non di meno spiacevoli esperienze registrate in età infantile. Per superare la paura del dentista è fondamentale soffermarsi sui seguenti aspetti:
• Rapporto medico-paziente – in ogni percorso terapeutico è essenziale che il destinatario delle cure abbia piena fiducia nel proprio dottore, senza timore di mostrarsi vulnerabile. Sentirsi a proprio agio, compreso, in un clima di empatia e di comunicazione efficace, migliora l’efficacia del trattamento, rendendo il paziente più collaborativo e contemporaneamente più semplice il compito del medico.
• Progressione graduale – ogni trattamento, per quanto invasivo o fastidioso possa essere, risulta più accettabile e sopportabile se preso a piccole dosi. Un’ottima strategia può essere quindi quella di diluire il percorso terapeutico in sedute brevi, aumentando l’intensità, la durata e l’invasività, man mano che il paziente acquisisce fiducia e consapevolezza.
• Ricorso a tecniche di rilassamento – con l’aiuto del medico si può fare ricorso a metodi di rilassamento e training autogeno da utilizzare prima delle sedute, riducendo lo stato di ansia.
• Adeguata informazione – conoscere a fondo la tipologia, la durata, le specifiche, i rischi e le potenzialità di un trattamento, consente al paziente di sentirsi più partecipe e protagonista nel proprio percorso di cura. Del resto anche in questo caso vale l’assunto per cui si teme più ciò che non si conosce.
Quasi tutte le fobie hanno origine nell’età infantile, adolescenziale, in ogni caso negli anni in cui l’individuo si forma psicologicamente e si incammina verso l’età adulta. Lo stesso vale per la paura del dentista, con il verificarsi di eventi spiacevoli che non sono stati mai del tutto risolti o superati, limitandosi semplicemente a seppellirli, adottando i sopra citati meccanismi di evitamento. Anche in questo caso vi sono valide soluzioni per fare in modo che il bambino affronti i propri timori, vincendoli una volta per tutte o imparando a gestirli in maniera efficace. I percorsi da seguire sono:
• Comportamento dei genitori – molto spesso madri e padri apprensivi hanno la tendenza di amplificare le situazioni di stress, sommando la propria ansia con quella dei propri figli. Il genitore deve mostrare comprensione ma anche fermezza, sottolineando la funzione benefica del dentista, facendo il modo che il piccolo non associ la visita odontoiatrica a qualcosa di negativo o addirittura di punitivo.
• Rinforzi positivi – ogni volta che il bambino compie dei piccoli passi e dei progressi, mettendo in mostra il proprio coraggio, è importante che il medico e i genitori gli diano dei premi, gratificando la sua autostima e facendogli crescere la fiducia in se stesso.
• Comunicazione semplice ed efficace – il medico può concordare con il piccolo paziente dei segnali gestuali per fermare il trattamento o per indicare che va tutto bene. In questa maniera il bambino avrà la percezione di essere compreso dal dottore e di avere il controllo della situazione interrompendo il tutto quando sente dolore.
• Strategia ludica e prevedibilità – per il bambino il primo incontro con il dentista dovrebbe essere una scoperta, un momento in cui il medico mostra al piccolo la stanza, la poltrona e gli strumenti da usare, con linguaggio semplice e giocoso. In questo modo il contesto assume un aspetto meno ansiogeno e minaccioso, così che quando sarà il momento della visita vera e propria, il bimbo sarà più tranquillo e a proprio agio.
La paura del dentista mette in difficoltà anche il medico?
La paura del dentista non è solo un “problema” per il paziente, ma lo è anche per lo stesso medico, poiché un paziente fobico e non collaborativo risulta più difficile da gestire e rischia di compromettere seriamente l’efficacia dei trattamenti. Quindi non è solo l’utente a trovarsi in difficoltà e a dover cercare metodi per superare l’ansia, anche un medico coscienzioso e professionale deve adoperarsi per rendere la visita meno minacciosa e più rassicurante possibile. Fin qui sono stati già descritti alcuni sistemi per vincere l’odontofobia, ora sta proprio al dentista fare la sua parte in questa complessa e delicata lotta contro l’irrazionalità della paura del dentista. Ecco alcuni “trucchi” per mettere i pazienti a proprio agio:
• Ambiente rilassante – la sala d’aspetto e lo stesso studio odontoiatrico dovrebbero comunicare una sensazione di distensione e di tranquillità. A tale scopo possono aiutare colori rilassanti, piante, quadri raffiguranti scenari naturali, luci morbide. L’interno dell’ambulatorio, vale a dire dove il paziente viene fatto accomodare in poltrona, dovrebbe essere per quanto possibile spazioso, con impiego di colori chiari e una buona luminosità. Un soggetto particolarmente fobico potrebbe reagire con stress in un ambiente angusto, buio con la sola luce della lampada della poltrona puntata in faccia.
• Tempi di attesa – con una efficiente organizzazione degli appuntamenti si può fare in modo che i pazienti non debbano attendere troppo allungo in sala d’aspetto, in quanto maggiore è l’attesa, più rischia di crescere la sensazione di ansia per l’avvicinarsi di un evento già percepito con disagio.