Spesso ci si domanda se la carie nei denti da latte debba essere o meno trattata e curata nello stesso modo che nei soggetti adulti.
Il dubbio sorge perché si ritiene che sia praticamente inutile intervenire su elementi dentari provvisori, destinati comunque a cadere perché sostituiti dalla dentizione definitiva. La moderna odontoiatria da diverso tempo è orientata in un ottica terapeutica e conservativa, considerando necessario curare la classica infezione erosiva, anche se si manifesta nell’età pediatrica o infantile. La prima ragione per la quale la carie nei denti da latte deve essere sottoposta ad adeguate cure, è semplicemente il dolore. I denti decidui cariati fanno male, inoltre il processo degenerativo dello smalto è molto più veloce perché il tessuto duro ha uno spessore più ridotto, mentre la camera pulpare è più ampia. Di conseguenza il rischio che la patologia peggiori in pulpite, o che si formino ascessi e fistole, cresce notevolmente.
La carie dei denti da latte può in aggiunta compromettere il corretto affioramento della dentatura permanente, con il risultato che il bambino, più avanti negli anni, dovrà necessariamente sottoporsi a trattamenti odontoiatrici invasivi, fastidiosi e lunghi. Un dente deciduo che cade o viene estratto prima del tempo, lascia uno spazio vuoto che viene automaticamente riempito dagli altri denti già presenti. Si tratta di un meccanismo fisiologico di compensazione, che tuttavia non tiene conto dei denti sottostanti, ostacolati in questo modo nella giusta eruzione, nei tempi e nei modi naturali. Per una cosa apparentemente banale come l’infezione di un dente ritenuto poco importante perché “temporaneo”, si può inficiare sensibilmente la funzionalità dei denti adulti, e con essa il benessere della bocca e non solo di questa.
È frequente la carie ai denti da latte?
Specialmente ai bambini piccoli, è molto difficile imporre il rispetto dell’igiene orale quotidiana, per di più proprio perché la dentizione decidua non si considera indispensabile, si indulge su regimi di alimentazione scorretti e troppo ricchi di zuccheri. Avviene così che puntualmente la carie dei denti da latte si sviluppa perché trova le condizioni più favorevoli, cioè una profilassi domiciliare insufficiente, oltre ad una dieta fatta di caramelle, tisane zuccherate, biberon con latte e biscotti, o addirittura ciucciotti immersi nel miele. Per porre rimedio a quello che sembra un destino inesorabile, si può tentare di ridurre le tante, troppe pessime abitudini, insegnando al piccolo il piacere di lavarsi i denti come fosse un gioco, responsabilizzandolo e facendolo sentire bravo e importante. Un aiuto lo si può dare anche facendo assumere ai giovanissimi, praticamente dalla nascita fino ai 6 o 7 anni, delle soluzioni a base di fluoro, come presidio di rinforzo per lo smalto dentale.
Con questo accorgimento la dentizione decidua si formerà in modo più resistente agli acidi prodotti dai batteri che proliferano quando si sviluppa una carie nei denti da latte. Il rimedio ha scopo puramente integrativo e di supporto, ed in ogni caso è sempre bene consultarsi con il proprio dentista per quello che riguarda la possibilità di adottare questo sistema, il dosaggio e le modalità di somministrazione. Relativamente ad una delle abitudini infantili più dure da abbandonare, quella del biberon o del ciuccio, se il bambino ha difficoltà ad addormentarsi senza, meglio sostituire latte e biscotti con della semplice acqua, e smettere di immergere il succhiotto in sostanze vischiose ed eccessivamente dolci. “Lavare i denti” è un’operazione che va iniziata il prima possibile, già allo spuntare del primo dentino. È sufficiente passare con delicatezza una garza umida sulle pareti di ogni piccolo dente e sulle gengive, fino a che il bimbo non sarà pronto a farsi passare lo spazzolino dalla mamma o dal papà.
Anche quando arriva il momento per i figli di adoperare da soli lo spazzolino, è sempre consigliabile che i genitori restino a controllare che lo spazzolamento avvenga nel modo corretto e per il tempo necessario, camuffando questa importante procedura in un momento di condivisione e di divertimento. La carie nei denti da latte non è sempre facile da individuare nelle fasi iniziali, essa non si manifesta come negli adulti, con ingiallimento, alitosi, ipersensibilità, ma solitamente con una macchiolina di colore bianco opaco, con intorno un alone leggermente più scuro. Quando si ha un minimo sospetto che stia cominciando un processo carioso, è bene recarsi il prima possibile dal dentista, per pianificare con calma la migliore strategia di trattamento. Nello specifico il percorso di cura rispecchia a grandi linee quello tradizionale, vale a dire l’otturazione della cavità, nel caso il danno sia piuttosto superficiale e non troppo esteso, o la devitalizzazione, nell’eventualità in cui l’infezione abbia raggiunto la dentina e la polpa. In entrambi i casi è necessaria l’anestesia, ma trattandosi di pazienti pediatrici, a volte poco collaborativi, di norma si procede con l’anestesia totale o con la sedazione cosciente.
Se un dente da latte è cariato, deve essere estratto?
Quando nasce una carie nei denti da latte, la soluzione estrema dell’estrazione è l’ultima spiaggia, in controtendenza a ciò che tantissime persone pensano di elementi dentali prossimi alla caduta spontanea. L’odontoiatria infantile, tecnicamente denominata “pedodonzia”, attua ogni genere di metodologie e procedure al fine di conservare il più possibile la dentizione decidua, fino alla sua naturale sostituzione da quella definitiva. Affrettare la permuta è controproducente per tantissimi aspetti, innescando a lungo termine disturbi che poi avranno bisogno di trattamenti molto più complessi nell’età dell’adolescenza e nella maturità.
Perchè è sbagliato trascurare un dente da latte cariato?
Trascurare la carie dei denti da latte non è mai un buon “investimento” per la salute futura dell’individuo, in quanto sono ormai comprovate le connessioni tra disturbi gengivali, endodontici e parodontali, con patologie e affezioni organiche anche molto gravi (cardiopatie, neuropatie, ecc). Il corpo ha sviluppato con l’evoluzione tanti sistemi per schermarsi dall’ingresso di sgraditi batteri, germi e agenti patogeni, così che proprio una semplice infezione cariosa può diventare la porta d’accesso per queste minacce, che penetrano nel flusso sanguigno, causando infiammazioni e irritazioni degli organi. La proliferazione silente di focolai batterici mette in allarme l’organismo, con la produzione di ormoni e sostanze di difesa che per assurdo si possono poi ritorcere contro se stesso.
La carie dei denti da latte può infine diventare una sorta di “opportunità”. Può suonare assurdo ma è l’occasione per far conoscere al bambino quello che tanti adulti considerano ancora il proprio incubo peggiore, il dentista. L’ansia e la paura per la visita odontoiatrica non è altro che una spiacevole eredità infantile, frutto di pessime esperienze e di ricordi distorti alimentati poi dai racconti altrui. Una volta creatasi la necessità, si può approfittare per far entrare il bimbo in confidenza con il medico, eliminando così tutti i timori presenti e futuri, e contribuendo a rendere molto più facile lo stesso lavoro del dentista. Seguendo quest’ottica “preventiva”, anche in assenza di particolari problemi o disturbi, è sempre meglio anticipare il più possibile la seduta di controllo e di conoscenza, portando per la prima volta il piccolo dall’odontoiatra, intorno ai 5 o 6 anni, quando cioè comincia la naturale permuta della dentizione decidua.